VIAGGIARE SI, MA COME?
“Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”
John Steinbeck
…da turista distratto a viaggiatore consapevole…
Il viaggiare non deve essere "trauma" e neppure diventare "vizio" o anche essere considerato un fatto "contro natura". Nel passato ci si metteva in cammino perché costretti per sfuggire alla fame, le epidemie, le guerre, per cercare sicurezza altrove o anche per semplice curiosità alla ricerca di luoghi con maggiori opportunità. Tutti questi motivi non davano però vita al viaggiare ma a "viaggi di trasferimento".
Molte civiltà sono state grandi senza che i loro uomini abbiano sentito il bisogno di viaggiare, ne sono esempio gli Indiani e gli Africani del passato. In verità vi sono sempre state persone che si sono messe in cammino per "esplorare quello che è fuori", ma sono in minoranza in quanto la curiosità del mondo è un’eccezione, non una caratteristica comune agli uomini; sono questi gli esploratori, i vagabondi, i mendicanti, i cantastorie. Tutti questi si limitavano a conoscere e descrivere singoli luoghi, ma non avevano la visione globale del mondo. Non si muovevano per scoprire gli altri; ma per reperire opportunità personali.
Oggi, in un mondo sempre più interrelato nelle sue componenti, si dovrebbe viaggiare per vedere come sono gli altri al fine di scoprire chi siamo noi, non quindi per vedere il bello ma per comprendere il diverso. Non ha quindi significato prendere l'aereo o la nave o il treno e in poche ore essere in un bel luogo; ciò che conta è l'osservazione durante l'itinerario che in qualche modo ci porta alla conoscenza di parti significative del mondo, avvicinandoci così alla comprensione del grande insieme. Che significato ha invece arrivare in poche ore "cieche" in un Paese o in una città di cui o si sa già tutto grazie a tv e internet o non si sa assolutamente nulla dei conflitti, della criminalità, dell'economia, della società che li caratterizza? Nel viaggio, oggi non si cercano più l'emozione e la meraviglia di fronte al paesaggio che cambia. Più che un viaggio, inteso nella logica del godere della conoscenza, quello che s’intraprende è il trasferimento, sovente percepito come disagio, da un luogo all'altro. Esso deve essere quindi il più rapido e indolore possibile; lo si effettua pertanto comodamente seduti sui sedili di un jet guardando la proiezione di un film (ecco l'avventura del viaggio!). Non interessa ciò che attraversiamo, non interessa introdursi con gradualità al diverso che s’incontrerà giunti alla meta. Il tempo troppo breve del trasferimento azzera la distanza psicologica tra il luogo di partenza e quello di arrivo, annulla il piacere di percepire con tutti i sensi (vista, tatto, olfatto, gusto) il lento ma continuo mutare delle situazioni.
Il viaggio diventa una routine indispensabile e fastidiosa che annulla il piacere del viaggio stesso, della fatica e del rischio che pur hanno un significato nella logica di una vita viva e ricca di esperienze. Ma l'indicazione di viaggiare "con gli occhi aperti", con costante curiosità e interesse, non è certamente un’intuizione di oggi. Già i resoconti di molti dei viaggiatori del passato dimostrano con le loro accurate descrizioni dei luoghi attraversati e delle genti incontrate che il viaggiare non è solo spostarsi da un luogo ad un altro, ma un mezzo per godere delle diversità fisiche e umane del mondo e per crescere e maturare.
Si deve allora viaggiare da reporter o per dir meglio da geografo, con la passione di vedere, capire e descrivere le diversità che caratterizzano le varie realtà territoriali, tutte indispensabili componenti del grande insieme costituito dal mondo, un insieme poliedrico per gli aspetti abiotici e biotici, statici e dinamici, materiali e immateriali che lo compongono.
In tale logica se il viaggiatore è non solo geografo ma anche reporter sarà in grado, essendo conoscitore dei luoghi, di esserne testimone come ponte tra le diversità delle culture.
È un paradosso il fatto che in un mondo globalizzato, del quale i mass-media forniscono informazioni sempre più standardizzate, la nostra conoscenza di esso si faccia sempre più povera e limitata.
Ci sono interi Paesi scomparsi dal nostro immaginario! Va sempre più diffondendosi un’informazione, fornita con poche parole o in poche righe, e mai approfondite, che riducono anziché ampliare la conoscenza del mondo e quindi la volontà e la capacità di una convivenza pacifica tra le sue varie parti.
Ma oltre ai viaggiatori cui si è accennato, non sempre pervasi da volontà di scienza e conoscenza, vi è un'altra categoria di viaggiatori: i turisti, anch'essi quasi sempre disinteressati alla realtà geografica non solo dei luoghi attraversati, ma anche di quelli che li accolgono.
Il viaggio turistico è oggi un fenomeno colossale, recente e per molti versi non previsto. Ogni anno si muove per turismo quasi un miliardo di persone non perché costrette o per motivi professionali bensì solo per diletto. Trovano però veramente diletto i turisti e i villeggianti i quali non solo non godono del viaggio ma anche, giunti a destinazione, evitano accuratamente di conoscere il territorio che li accoglie e la gente che lo abita? Il turista in genere non gradisce il contatto con la gente del luogo; evita i mezzi di trasporto locali perché lenti, sporchi e insicuri (all'estero si aggiungono paure di malattie e di rapine). Al turista interessano il cibo, il vino, la comodità dell'alloggio, la piscina, il sole, il divertimento; il turista è sempre un uomo di un'area sviluppata che raramente sente il bisogno e il piacere di tentare di capire la realtà locale che lo accoglie. Egli difficilmente fraternizza con gli abitanti del luogo; ha un comportamento arrogante e sovente anche irrispettoso. Le genti locali hanno capito tutto ciò ma non vogliono, nel frattempo, perdere i vantaggi che il denaro del turista porta, dando le possibilità di lavoro e di affrancamento a camerieri, cuochi, inservienti, guide ecc. Per mantenere il turismo favoriscono l'isolamento dorato dei turisti (si pensi ai villaggi turistici nei Paesi Africani!) creando dei non-luoghi, realtà prive di ogni identità tipologica sua propria, che allontanano sempre più il turista dalla volontà e possibilità di vedere e capire la diversità delle culture.
Il viaggio lungo o breve, nel vicino o nel lontano che sia, deve sempre avere oltre a quelli del riposo e divertimento, motivi di conoscenza e comprensione delle realtà delle diverse parti del mondo. Per ottenere ciò il viaggio, e già lo si diceva, deve essere attuato in logica geografica, cioè volto alla visione e comprensione dell'intera realtà che si incontra; non quindi solo visite a particolari rare e belle emergenze territoriali dovute alla natura o all'uomo, non solo logorroiche spiegazioni di guide turistiche che privilegiano le illustrazioni degli aspetti storici o artistici, bensì anche, e oserei dire soprattutto, osservazione e interpretazione delle problematiche demografiche, sociali, economiche, insediative e infrastrutturali; realtà indispensabili per godere della piena conoscenza dei luoghi. Ma tutto ciò non è sufficiente per viaggiare in modo cosciente. Il viaggio deve essere preparato; anche se si viaggia in gruppi guidati. Il singolo prima di partire dovrebbe, grazie a carte geografiche, mappe, piante e guide turistiche (ne esistono di tutti i tipi, redatte con buone conoscenze e aggiornate), prendere coscienza delle realtà che incontrerà.
AI rientro nella propria abitazione, dopo il viaggio o il soggiorno, utile sarà un personale "momento di sintesi riflessiva" o qualora sia stato fatto un viaggio di gruppo, un “incontro di discussione e confronto" con alcuni dei componenti del gruppo mettere a fuoco e memorizzare ciò che si è visto.
È bene, infatti, ricordare che ci sono due categorie di turisti e di viaggiatori: quelli che partono e tornano uguali e quelli che invece sono disposti a mettersi in gioco volendo comprendere le diverse realtà fisiche e umane, cioè la geografia del mondo. È necessario allora viaggiare in modo consapevole al fine di poter rinsaldare i legami con tutto ciò che ci circonda e che, lo si ricorda, è necessario affinché la nostra vita sia in assonanza con la natura e con la storia dell'uomo.
(tratto da Roberto Bernardi, “Perché e come viaggiare”, Ambiente Società Territorio n.1/2007)
Esprimi le tue personali considerazioni su quanto esposto sopra.
In particolare rifletti su cosa è per te viaggiare.
Ti consideri un turista distratto o un viaggiatore consapevole?
Dopo aver visitato i siti sottostanti rispondi a queste domande:
-
Qual è l’aforisma di viaggio che ritieni più valido?
-
Qual è il tipo di viaggio in cui maggiormente ti ritrovi?
-
Trovi corretto adottare le modalità del turismo sostenibile/responsabile?
Dedicato ai viaggiatori e scritto da viaggiatori, allo scopo di mettersi in contatto con il mondo del turismo indipendente dalle agenzie di viaggio
Sito a cura del Ministero degli esteri e di ACI con informazioni utili su 218 paesi del mondo
viaggiare nell’Unione Europea
aforismi sul viaggio
viaggiare in modo ironico e divertente
sito di guide online
viaggiare in Italia
diari di viaggio
il viaggio in letteratura
il turismo dal volto umano
Associazione italiana turismo responsabile
portale italiano sul turismo sostenibile
l’opinione di un esperto
ESERCITAZIONI
A) Un mio viaggio come protocollo di ricerca geografica
Ripensare ad un viaggio, vicino o lontano, compiuto di recente, ripercorrendone l’itinerario e il significato
1) Il viaggio. Destinazione del viaggio. Data di partenza e ritorno. Mezzi di trasporto usati. Perchè quel viaggio e quell’itinerario.
2) Fonti usate per documentarsi sul viaggio:
- Guide turistiche
- Carte geografiche
- Testi letterari o resoconti di viaggio
- Riviste geografiche divulgative
- Testi scientifici
- Enti o agenzie turistiche
- Altre fonti (indicare quali)
- Resoconti di persone conosciute.
Citare possibilmente con precisione bibliografica le fonti usate: (Es.: Rossi G. UN VIAGGIO, Einaudi, Torino, 1921, p.3)
3) Cartografia del viaggio su foglio formato A3/A4. La carta può essere disegnata nei suoi tratti essenziali, oppure può essere fotocopiata, ma arricchendola e “personalizzandola” con elementi tratti dal viaggio. In ogni caso è necessario indicare con precisione:
- la fonte da cui è tratta
- la scala grafica
- le coordinate essenziali
- la legenda
- la morfologia (linee di livello) e idrografia principali
- i centri urbani maggiori
- l’itinerario del viaggio e i suoi “punti forti”
4) I punti “forti” del viaggio. Commentarli sinteticamente con ipotesi di “lettura” e spiegazione geografica distintamente per:
- I panorami più significativi
- Elementi meritevoli di memoria
- Incontri o situazioni umane incontrate
- Caratteri generali dei paesaggi geografici incontrati
5) Un tentativo di classificazione dei luoghi visitati,
(Es. caratteri storici, oppure caratteri morfologici, artistici, economici, sociologici, etc.)
6) Compagni di viaggio. Una presenza per capire meglio (con più occhi) il territorio visitato oppure una distrazione e un disturbo?
7) Commenti conclusivi sul viaggio e sulle sensazioni, pensieri, esperienze che esso ha suscitato.
8) Commenti al tentativo di “decodifica” del viaggio, realizzato con questo questionario.
B) Il viaggio, esperienza geografica e incontro di culture
Riflessione sull’esperienza di un proprio viaggio nel quale sia emerso come significativo il rapporto tra la cultura dei viaggiatori e quella della popolazione ospitante: incontro, scontro, indifferenza o altro ancora.
1) Motivazioni che hanno spinto ad intraprendere l’esperienza del viaggio e tipo di preparazione con cui la si è affrontata.
2) Descrizione dell’ambiente naturale e umano in cui si è svolto il viaggio.
3) Principali differenze culturali tra i viaggiatori e la popolazione dei luoghi visitati.
4) Modalità di contatto dei viaggiatori con la cultura locale (cultura materiale, costumi di vita, cultura spirituale).
5) Quali effetti si suppone abbia prodotto sulla cultura dei viaggiatori incontrati (ma anche sui propri compagni di viaggio e su stessi) l’incontro con la cultura locale.
6) Quali effetti si suppone abbia prodotto sulla cultura della popolazione locale l’incontro con la cultura dei viaggiatori, in visita al loro territorio.
7) Quali modalità dell’incontro e/o della organizzazione del viaggio si pensa favorirebbero uno scambio positivo di esperienze e di valori culturali tra ospiti e ospitanti
8) Altri commenti ed osservazioni.
C) Un territorio lontano e da me mai conosciuto
Una piccola ricerca per avvicinarsi, con i giusti strumenti di informazione, ad un luogo lontano, che si vuole imparare a conoscere. Deve trattarsi di un territorio abbastanza piccolo (per poter poi essere opportunamente descritto), ma del quale sia possibile reperire una sufficiente documentazione (senza della quale la descrizione sarebbe ovviamente impossibile). Può essere, per esempio, una regione della Francia, oppure una degli Stati del Brasile, ecc.
1) Scelta del territorio. Motivazione della scelta. Confini del territorio prescelto (spiegare con quali criteri essi sono stati definiti dallo studente).
- Fonti di documentazione reperibili:
- Guide turistiche
- Carte geografiche
- Testi scientifici
- Enciclopedie
- Riviste geografiche divulgative
- Altre fonti (indicare quali)
2) Citare con precisione bibliografica le fonti usate.
3) Cartografazione del territorio su carta A3/A4. La carta può essere disegnata nei suoi tratti essenziali, oppure può essere fotocopiata, ma arricchendola di quegli elementi che l’analisi geografica del territorio avrà suggerito. In ogni caso è necessario indicare con precisione:
- la fonte da cui è tratta
- la scala grafica
- le coordinate essenziali
- la morfologia (linee di livello) e idrografia principali
- la legenda
- gli elementi più significativi e i diversi caratteri delle varie parti del territorio, come emersi dalla analisi dello Studente.
4) La varietà delle “letture” disponibili e la loro diversa valenza. Scegliere una delle seguenti:
- climi e paesaggi climatici
- tracce della storia
- struttura economica
- popolazione
- struttura sociale e qualità della vita
- situazione politico-sociale
5) La sintesi del territorio che appare più appropriata allo studente, espressa con stile telegrafico o con slogan possibilmente non stereotipati, bensì conseguenti all’analisi compiuta del territorio.
6) Commenti conclusivi sul territorio e sulle difficoltà di analizzarlo, stanti le fonti disponibili.
7) Suggerimenti circa le domande da porsi e i mezzi da utilizzare per una “lettura” territoriale a distanza, come quella qui proposta.
D) Il viaggio nel cassetto: raccontare un viaggio sognato
-
Individua le mete di un viaggio che hai sempre sognato di fare.
-
Quali sono lo scopo e le motivazioni che hanno determinato questo desiderio?
-
Descrivi il percorso, il periodo di svolgimento, la durata e i mezzi di trasporto.
-
Quali climi pensi di incontrare? In quali lingue ti dovrai esprimere?
-
Quali Stati e quali città incontrerai?
-
Organizzerai personalmente il viaggio o acquisterai un pacchetto turistico organizzato?
-
I compagni di viaggio. Perché quei compagni? Oppure, perché da solo?
-
Quali attività pensi di fare durante il viaggio per conoscere meglio l’area geografica ed il modo di vivere delle persone del luogo?
-
Come cercherai di ricordare il tuo viaggio e raccontarlo ad altri, dopo averlo compiuto?